Il Coaching e le Inferenze

Antonio Monteleone - 7 Agosto 2023

S’inizia a sentir parlare di coaching negli Stati Uniti intorno agli anni ‘70 grazie al tennista e professore universitario Timothy Gallwey, il quale introdusse questa emergente disciplina nello sport: egli sosteneva che il nemico che si nasconde nella mente delle persone è più insidioso di quello che si trova dall’altra parte della rete.

Qualche anno più tardi John Withmore consulente aziendale, affascinato dal lavoro di Gallwey, portò il coaching all’interno delle aziende e fu così che il metodo venne sperimentato e poi integrato nella realtà di aziende multinazionali come Coca Cola ed IBM.

Nel 2013 il coaching fu riconosciuto anche dall’ordinamento legislativo italiano ed oggi rappresenta un metodo applicato ed utilizzato in diversi ambiti, da qui infatti le varie declinazioni: business, life, sport, executive, career, corporate, organizzativo ed infine team.

Ma cos’è il coaching? Innazitutto partiamo dicendo cosa non è, ovvero che non si tratta né di terapia, né di consulenza, infatti per questa tipologia di esigenze esistono figure professionali dedicate e tra queste non rientra quella del coach. Il coaching è un viaggio (da qui anche travel – travaglio) dove vi è un conducente, il coachee, unico responsabile e decisore, ed un passeggero, il coach, che ha il compito di accompagnare/affiancare il conducente verso la meta.

La missione principale del coach nei confronti del suo coachee è quella di aiutarlo attraverso il dialogo a “partorire sè stesso”. Il metodo utilizzato affonda le sue radici nell’antica Grecia ed è quello maieutico. In particolare il filosofo Socrate, figlio di un’ostetrica, aiutava i suoi allievi “a venire alla luce”, da qui infatti il termine maieutica, dal greco maieutiké (l’arte dell’ostetricia).

Quindi una sorta di “terapia verbale” attraverso la quale il coach accompagna il suo cliente al raggiungimento del suo obiettivo.

La richiesta di coaching da parte del coachee può avere diversi moventi, si va dalla crisi di autogoverno, ovvero un’insoddisfazione generale, alla necessità di migliorare la propria prestazione in ambito lavorativo o sportivo al fine di raggiungere un determinato obiettivo.

L’”incontro zero”, o se vogliamo anche il primo appuntamento, risulta infatti fondamentale per entrambi gli attori in gioco per capire se vi sono i presupposti per dare inizio al percorso. L’obiettivo del coachee deve infatti risultare adeguato al contesto, rispettando i requisiti riassunti nell’acronimo S.M.A.R.T.E.R (specifico, misurabile, attuabile, rilevante, temporale, ecologico e registrato). Ecco che una volta verificato l’obiettivo si può dare inizio al viaggio.

Tra coach e coachee si dovrà stabilire un’alleanza basata sulla fiducia e la trasparenza reciproche. Il viaggio prenderà forma attraverso una serie d’incontri dove il coach stimolerà il cliente a portare a galla in primis le sue credenze limitanti (inferenze interne) e poi le sue risorse. Una volta chiariti i limiti ed i punti di forza occorre che il coachee passi all’azione grazie all’elaborazione di un piano che progressivamente attraverso l’allenamento ed il monitoraggio lo condurrà alla meta.

Il coach non ha nessuna responsabilità né sul percorso né tantomeno sui risultati, inoltre deve sempre agire in assenza di giudizio, senza farsi coinvolgere, ma riuscendo altresì a stabilire un rapporto empatico con il coachee. Non elargisce suggerimenti e nemmeno rimproveri, si limita con l’ausilio dell’attenzione e delle domande a tirar fuori dal coachee tutto il necessario per accompagnarlo verso il risultato. Un aspetto importante del coaching riguarda lo studio delle cosiddette inferenze di cui ho accennato sopra, ovvero una serie di credenze limitanti verso sé stessi e/o verso il mondo esterno che influenzano nel bene e nel male ciò che siamo e, di conseguenza, ciò che facciamo.

Il suo capolavoro. Per acquistarlo: I Segreti della Mente Milionaria

Harv Eker scrittore e motivatore canadese classe 1966, oggi è un miliardario di successo che nella vita ha come missione quella d’insegnare alle persone come realizzare la ricchezza interiore ed esteriore, ma non fu sempre così per lui. Quando era più giovane era perennemente senza il becco d’un quattrino! “Harv”, si disse un giorno, “se le cose non vanno come vorresti, significa che c’è qualcosa che non sai”. Analizzò le sue reali convinzioni e capì che nonostante dichiarasse di voler davvero essere ricco, nutriva al riguardo delle preoccupazioni profondamente radicate (inferenze interne). E soprattutto, aveva paura: paura di fallire.

Immaginiamo oggi di essere il coach di Harv in versione “squattrinata” e di doverlo aiutare a mettere da parte la cifra di 30.000 dollari entro 2 anni perché ha come obiettivo quello di diventare azionista, pena il licenziamento, della Società per la quale lavora come dipendente con un attuale stipendio di 3.000 dollari al mese. Ci ha già raccontato nelle puntate precedenti che arriva sempre a fine mese con il saldo del suo conto corrente quasi a zero e che le ha provate tutte per mettere da parte qualcosa, ma con risultati a dir poco pietosi! Siamo nel bel mezzo di una seduta e chiediamo ad Harv dove potrebbe risiedere il problema della sua mancanza di denaro, e lui risponde: “è sicuramente un sintomo di ciò che accade dentro di me”, “e quindi?” incalziamo noi, “in che modo potresti cambiare questa tua realtà?”, risponde Harv “l’unico modo di cambiare il mio mondo esterno consiste nel cambiare prima di tutto il mio mondo interno”.   

La dinamica appena descritta è un passaggio fondamentale nel percorso di coaching, in quanto il cliente prende consapevolezza, altro concetto cardine, della sua situazione. Ma vediamo come il coach potrebbe ulteriormente aiutarlo ad avvicinarsi alla meta.

“Harv, da cosa è composto il tuo modello finanziario?”, risponde Harv “è composto dalle informazioni, o programmazione, che ho ricevuto in passato, in particolare quando ero molto piccolo”. “Molto bene Harv”, è di nuovo il nostro turno, “e quali affermazioni sul denaro ricordi aver sentito dai tuoi genitori?”, risponde lui “mia mamma aveva l’abitudine di dirmi che i ricchi sono avidi, fanno i soldi sulle spalle dei poveri, bisognerebbe invece averne solo per lo stretto indispensabile perché quando se ne hanno di più si diventa avidi”. “Davvero interessante Harv” commentiamo noi, “e in che modo pensi ti condizioni oggi da adulto l’insegnamento ricevuto da tua mamma?”, risponde Harv sconvolto, ma allo stesso tempo entusiasta di aver visto la luce alla fine del tunnel, “l’unica cosa che posso fare oggi è liberarmi di tutto il denaro che guadagno al di là dello stretto indispensabile, perché diversamente sarei avido!”

A questo punto del nostro percorso il cliente ha realizzato un importante livello di consapevolezza circa le inferenze che ostacolano i suoi obiettivi con il denaro: il suo conto è sempre a zero per non deludere la madre. Ora, sempre con il supporto del coach, egli può ad esempio, adottare una strategia grazie alla quale diventando ricco non perderà l’approvazione materna, e infine potrà elaborare una soluzione che gli consenta di accantonare 1.250 dollari al mese, così da trovarsene esattamente 30.000 fra 2 anni.

Il coach come abbiamo visto nella storiella, prima di aiutare il cliente a pianificare un piano d’azione finalizzato a raggiungere  i suoi obiettivi, deve condurlo ad individuare al suo interno quali sono i condizionamenti che gli impediscono di realizzare ciò che ha in mente, altrimenti non solo qualsiasi azione risulterà vana, ma finirà per creare nel cliente maggiore frustrazione e disistima..

Sempre Gallwey affermava che si giocano due partite, una interiore ed un’altra esteriore. Quella interiore è giocata a sua volta da due giocatori: dal Sé1 ovvero chi pensa e dice e dal Sé2 ovvero chi fa. Questa intuizione diede poi anche origine all’omonimo libro, “The Inner Game of Tennis”, scritto dallo stesso Gallwey. 

Come recita un vecchio adagio… ”se vuoi ottenere qualcosa nella vita devi crederci con tutto te stesso”. Nel mondo, ma non del mondo.

Antonio Monteleone

Iscriviti alla Newsletter

❗Questo NON è il modulo per iscriversi ai nostri corsi!

    Nome*

    Cognome*

    Tel

    Email*