Riccardo Sadè - 27 Agosto 2023
Sono un uomo che ama le donne, pertanto mi sento piuttosto sereno a portarvi questa riflessione senza temere di essere tacciato di sessismo. Alcune delle cose che dirò potrebbero scontrarsi con la propaganda che da vari decenni coinvolge il mondo femminista, delle pari opportunità e tutte quelle cazzate politicamente corrette che creano smarrimento nelle persone.
LA FONDAMENTALE PREMESSA
Checchè ne si dica uomini e donne sono profondamente diversi per quanto concerne il modo in cui si rapportano alla realtà e di conseguenza al lavoro su di sé. Queste differenze riguardano principalmente le loro macchine biologiche e per tanto ad un livello profondo l’intesa è assolutamente possibile.
La donna in questo periodo storico, a mio avviso, deve prestare particolare attenzione a questi aspetti:
– L’emotività:
il mondo astrale o emotivo è il piano più complesso da gestire e rappresenta il vero e proprio “mondo delle illusioni”. Le emozioni rendono la donna (e l’uomo ovviamente) volubile, incostante e preda dei suoi umori e meccanismi. Il lavoro da fare è osservare senza sosta questi saliscendi. Così lei può realizzare di non essere le sue emozioni. La donna, più dell’uomo, è soggetta alle maree emozionali e per tanto non è semplice mantenere un centro quando la tempesta infuria. Ma l’occhio del ciclone è sempre accessibile a chi lo cerca. Le emozioni, quando comprese e gestite, rappresentano proprio il potere di cui la donna dispone.
– La compensazione post-patriarcale:
è evidente che si sta affermando progressivamente e con una certa forza l’energia femminile che armonizza le tendenze maschili. Veniamo da un periodo in cui, effettivamente, le donne e la loro femminilità hanno faticato a trovare nel mondo un posto degno della loro regalità, proprio perchè le loro caratteristiche si scontravano con l’energia dominante, quella maschile. Ma ricordiamo che la società non può nulla contro l’individuo: chi diventa regina dentro lo sarà sempre anche fuori. Sacerdotesse e streghe – a volte il confine è piuttosto labile – che da qualche decennio si incarnano a frotte sul pianeta Terra, portano con sé le ferite subite nel corso di questi millenni di patriarcato e come dar loro torto se sono incazzate abbestia (mi si consenta l’espressione)! Stanche della “limitata” razionalità maschile che ai loro occhi appare come ottusità, vogliono riportare in auge un approccio più femmineo, emotivo, accogliente e irrazionale alla spiritualità. Da ogni dove spuntano corsi seminari che puntano al “risveglio della Dea” e di frequente si tratta di contesti poco equilibrati. In questo processo infatti vi sono delle insidie. La prima è il rischio di “buttare il bambino con l’acqua sporca” cioè di non essere in grado di discernere ciò che del passato è valido da ciò che non lo è. Partire cioè dal presupposto che il vecchio sia da distruggere completamente piuttosto che andare in direzione di una sintesi e di un’armonizzazione. Mosse da un atavico rancore (spesso inconscio) rischiano di comportarsi esattamente come gli uomini non centrati hanno fatto con loro. Predicano il “sentire”(emotivo) in opposizione al “conoscere”(mentale) sebbene le due dimensioni siano integrabili e, anzi, vadano integrate. Inoltre “sentire” è un termine molto ampio, e terribilmente ambiguo, e spesso cela atteggiamenti di natura astrale piuttosto che legati alla vera intuizione riguardo la verità di qualcosa. La strega conosce, vista la millenaria esperienza, i fenomeni appartenenti ai mondi sottili prossimi a quello fisico e la tendenza sarà quella di lavorare in questi piuttosto che elevarsi ai piani mentali gerarchicamente superiori nei quali i Maestri agiscono e iniziano. La strega diviene sacerdotessa proprio quando riesce a salire verso la mente e da lì giungere al Cuore, il regno della ragione pura o intuizione. Giunta lì, il suo potere è in grado di trasformare letteralmente il mondo. È naturale compensare emotivamente quanto è accaduto in passato ma con l’osservazione ciò può essere trasmutato in potere femminile piuttosto che irritabilità ed isteria.
– L’affermazione di sé in modo maschile:
le donne hanno dovuto imparare a mettersi i pantaloni per poter stare al passo con gli uomini. Hanno adottato i modi di questi ultimi per poter far valere le proprie volontà e il proprio diritto diritto ad avere l’altra metà del Regno. Hanno usato il maschile per affermare la loro femminilità, proprio perchè l’uomo medio sembrava non capire che la propria lingua. Questo è un cane che si morde la coda. Le donne devono osservare bene le modalità con le quali perseguono i propri obiettivi e comprendere che ci sono dimensioni in cui non sono energeticamente a proprio agio. Una donna può benessimo ambire a divenire amministratore delegato di una grande azienda, questo però raramente si tradurrà in gioia se tale obbiettivo non verrà perseguito in modo accogliente. Le donne che fanno gli uomini, che lo ammettano o meno, non si sentono soddisfatte in profondità. Devono pertanto fare attenzione a non scimmiottare gli atteggiamenti maschili spesso legati alla competizione che i fallo-dotati hanno connaturato biologicamente all’interno. Donne! Essere accoglienti e materne è la vostra forza e se pensate il contrario è perchè state subendo un millenario e potente condizionamento fallocratico (quanto mi piacciono questi neologismi!).
Svegliatevi perchè il mondo ha urgente bisogno di voi.
R.