Antonio Monteleone - 22 Agosto 2023
La relazione di coppia è certamente l’ambiente più fertile e propizio per fare un buon lavoro su di sé, in quanto permette l’emergere di molti irrisolti che ancora abbiamo con i nostri genitori, in particolare con quello del sesso opposto.
Sappiamo bene, infatti, che la maggior parte dei nostri meccanismi psicologici origina dal vissuto con mamma e papà nei primi 6-7 anni di vita. Tuttavia, spesso il lavoro a due risulta difficile: quando si fanno notare delle cose al partner, lui o lei può prenderle sul personale, sentendosi attaccato. Percepisce, inoltre, che ciò che viene notato è in realtà qualcosa che crea disagio a chi osserva; di conseguenza, comprende che è quest’ultimo ad avere l’urgenza di farlo notare, convinto che “il problema sia dell’altro”.
Anche laddove fosse davvero così — e spesso lo è — sarebbe comunque utile riflettere sul perché l’altro ci faccia notare certe cose. Inconsciamente, potremmo essere proprio noi a “chiederglielo”. È importante quindi valutare cosa corrisponde al vero e farne tesoro, e cosa invece lasciar andare perché frutto di una sua proiezione.
Viceversa, chi invia il messaggio, dovrebbe sempre verificare di non essere mosso dall’egoismo, cioè di non voler sistemare qualcosa che, a ben vedere, è solo una propria mancanza o qualcosa che non gli piace.
È spiacevole arrivare al punto di non avere più il coraggio di dire qualcosa al partner per paura di farlo arrabbiare e litigare. Per evitarlo, chiediamoci sempre: “Perché voglio dirgli questa cosa? Lo faccio per lui o per me?” — e rispondiamoci con sincerità.
Quando una persona ha lavorato bene sulle proprie mancanze, la vita di coppia si eleva a un altro livello: non si litiga più perché l’altro ci ha fatto stare male, poiché, elaborando le nostre ferite, gli abbiamo tolto il potere di ferirci. I momenti di confronto diventano così occasioni per portare valore aggiunto alla relazione e, di conseguenza, anche a ciascun partner. Se restiamo bambini feriti, da adulti rivolgeremo inevitabilmente i nostri capricci al partner, dimenticando che, in realtà, lui non c’entra.
Buona coppia a tutti allora e soprattutto buon lavoro!
Antonio Monteleone